Era il 1929 quando lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy, in un racconto intitolato “Catene”, propose la teoria dei “sei gradi di separazione”: ipotesi secondo la quale qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona del pianeta attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari.

Di primo acchito può sembrare una cosa totalmente impossibile. Come possiamo noi essere in contatto con il Presidente Obama o il giocatore Zidane attraverso una catena di sole cinque persone? Eppure se ci soffermiamo sulla nostra esperienza diretta, ci rendiamo conto di avere legami e conoscenze tanto variegate quanto, a volte, impensabili. Se questa stessa riflessione la applichiamo ad ognuno degli individui che conosciamo, e poi continuando agli individui che essi conoscono, allora ecco che la teoria dei “sei gradi di separazione” non risulta più così inverosimile.

Perché alla fine questo mondo è così piccolo e interconnesso che è davvero lecito credere che ognuno di noi sia separato, o meglio unito, da appena cinque intermediari.