In questo caso, e si intenda solo in questo, devo tuttavia riconoscere di averne commesso qualcuno, dettato dalla mia personale ed irrefrenabile presunzione.

Per scoprirlo però dovrete avere la voglia e soprattutto la pazienza di andare oltre. Infatti, con fare baldanzoso ho risposto subito (positivamente, non v’è dubbio) a chi, pressato dall’esigenza di riempire il giornalino aziendale, ha avuto l’ardore di chiedermi di scrivere qualcosa.

Pensavo potesse essere simpatico ed utile a tutti provare a descrivere, quello che tutti pensiamo e che non abbiamo il coraggio di dire sugli errori degli altri. Purtroppo mi sono accorto, un po’ tardivamente per la verità, che il mio non era solo un gesto di pura presunzione, ma anche di superficialità, perché non avevo tenuto conto di una serie di elementi.

Prima d’ogni cosa ho scoperto, con mio sommo dispiacere, che le voci si spargono ad una velocità di gran lunga superiore a quella del pensiero. Inoltre la velocità di propagazione cresce in maniera esponenziale al crescere del numero delle persone che compongono il gruppo di riferimento. Infine puntando sulla riservatezza dell’argomento si può ottenere un’ulteriore crescita della velocità stessa.

In sintesi, dopo pochissimo tempo mi sono trovato davanti il Boss che dava disposizioni sul mio pezzo per il giornalino mentre i miei sogni di poter scrivere un bel po’ di cose con una certa libertà, si infrangevano definitivamente contro una triste e cruda realtà.

A nulla erano valse infatti le mie intenzioni di scrivere il tutto sotto uno pseudonimo, così da poter rappresentare un pensiero non distorto dall’opinione che si ha di chi l’ha generato.

Anche stavolta mi ero sbagliato: cercavo di esporre alcuni contenuti ma mi rendevo conto di non avere speranze, avendo le mie idee un senso solo nella misura in cui erano il frutto del mio approccio.

Come se ciò non bastasse il Boss le avrebbe di certo utilizzate per le sue finalità, con buona pace dei miei migliori propositi: far vedere che l’azienda è viva e vivace e che l’opinione di chicches- sia può trovare adeguato spazio.

In sintesi, scrivendo questo pezzo di fatto, dimostrerei di sbagliarmi in toto ed anzi dimostrerei la vitalità dell’intero gruppo.

Ma c’era anche di peggio: la cosa poteva essere letta come piaggeria nei confronti del capo, e ci sarebbe stato comunque chi avrebbe colto l’ennesima occasione per insultarmi in un modo o nell’altro.

Meglio lasciar perdere questo goffo tentativo e tornare ad occuparmi del mio lavoro, nella speranza che un po’ di concretezza possa essere di certo più utile.