La Fondazione Onlus, che dal 1914 promuove la tradizione degli spettacoli classici al Teatro Greco aretuseo, per il XLVIII ciclo di rappresentazioni classiche ha proposto tre grandi opere frutto dell’ingegno e del talento di altrettanti autori della Grecia antica. Dall’11 maggio al 30 giugno si sono alternati infatti il “Prometeo” di Eschilo, le “Baccanti” di Euripide e gli “Uccelli” di Aristofane.

L’opera di Eschilo, composta probabilmente negli anni sessanta del V secolo a.C., narra le vicende di uno dei più celebri personaggi della mitologia greca, quel Prometeo che donando il fuoco agli uomini incorre nelle ire di Zeus, padre degli Dei. Lo scontro tra il titano e la potente divinità si svilupperà tra creature fantastiche e tragiche profezie, scontri epici e dimostrazioni di indomito valore.

Scritta molto probabilmente tra il 405 e il 403 a.C., la tragedia di Euripide racconta in maniera vivida e sferzante il delirio dionisiaco che si diffonde a Tebe quando il dio dell’estasi giunge in città sotto forma umana per punire, travolgendole le menti, quanti hanno dubitato della sua natura divina. Il giovane Penteo si oppone, e la tragedia si sviluppa proprio intorno alle sorti di questo coraggioso abitante di Tebe.

Gli “Uccelli” di Aristofane  mette in scena la storia di due ateniesi stanchi di vivere nella propria città resa opprimente da costanti delazioni e processi. I due decidono di insediarsi nel mondo degli uccelli, l’unico veramente libero, e riescono a farsi accettare nonostante le iniziali resistenze. Tuttavia, a causa dei nuovi arrivati, questo mondo alternativo inizia a somigliare al luogo da cui loro stessi sono fuggiti, con tutto ciò che ne consegue. Quest’opera di Aristofane è datata intorno al 414 a.C.Il Teatro Greco di Siracusa torna, con la bella stagione, a offrire uno spettacolo unico e inimitabile, capace di trasportare lo spettatore in un mondo lontano più di due millenni e tuttavia ancora oggi attuale e ricco di fascino.