L’ignoto è sempre stato un nemico per la ragione e l’obiettività, fonte di astio e sospetto sino a sfociare in vera e propria paura nei casi più gravi. Il “Marina di Siracusa” rientra parzialmente in questo discorso, pur ovviamente non raggiungendone gli estremi. E’ per questo che la S.P.E.R.O. S.r.l. – società titolare delle iniziative “Marina di Siracusa” e “Meetho – Meeting & Hospitality” ha deciso di organizzare un evento mirato semplicemente a far conoscere, nei minimi dettagli, tutto ciò che concerne il progetto di recupero e rilancio di un’area profondamente degradata e abbandonata della città di Siracusa.

A ridosso della costa, a poche centinaia di metri dall’isola di Ortigia e autentica porta sud-est della città, la fabbrica abbandonata della S.P.E.R.O. è stata protagonista e palcoscenico di “Conoscere per capire”, nome con cui è stato battezzato l’evento di divulgazione.
“Un viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”: con queste parole in mente, del pittore e fumettista italiano Andrea Pazienza, esponenti di spicco della vita sociale e professionale di Siracusa si sono avventurati tra enormi edifici abbandonati di cui oggi resta appena lo scheletro. Seguendo un percorso guidato i visitatori hanno potuto constatare le condizioni di degrado in cui versa la zona e, al contempo, ammirare enormi pannelli in cui particolareggiati rendering tridimensionali mostravano loro come quelle stesse strutture diventeranno una volta realizzate.

Terminato il giro della fabbrica, destinata al recupero grazie al progetto “Meetho”, gli ospiti hanno assistito ad una presentazione multimediale accompagnata dalla spiegazione dei progettisti dell’opera.

L’attenzione per l’ecosostenibilità, l’armonia con il paesaggio circostante, la minimizzazione dell’impatto ambientale e, soprattutto, le possibilità che il “Marina di Siracusa” offre ai siracusani e ai turisti, siano essi diportisti o no, sono stati al centro di questa presentazione, che della trasparenza e della bontà dei propri progetti hanno fatto inamovibili capisaldi. Perché per fugare ogni dubbio e ogni perplessità nate dalla non conoscenza di un qualcosa, non c’è modo migliore che mostrare al proprio interlocutore ciò che si intende fare, con la massima sincerità e limpidezza proprie di chi lavora con e per il mondo che lo circonda.